Se dovessimo descrivere le persone Oak con un proverbio questo potrebbe essere: “chi la dura la vince”.

Oak, la quercia, è una pianta molto longeva, con radici profonde e forti. In autunno, le foglie ormai secche ed ingiallite, resistono per lungo tempo aggrappate al ramo, per poi cadere anche dopo molto tempo.

La straordinaria resistenza e longevità di questo albero, ha rappresentato simbolicamente l’eternità e la forza in molte culture.

E’ invece interessante mettere a confronto la maestosità di questo albero con i suoi piccolissimi e delicati fiori, ed è proprio con questi che il rimedio viene preparato.

Bach descrive così questo rimedio:

Per quelli che lottano, si battono con forza per guarire, o per adempiere ai compiti della vita quotidiana. Non si stancano di provare una cosa dopo l’altra, persino quando il loro caso appare senza speranza. Continuano a combattere. Sono insoddisfatti di se stessi se la malattia interferisce con i loro doveri o con la possibilità di aiutare gli altri. Sono persone coraggiose, lottano contro grandi difficoltà, senza perdersi d’animo né risparmiarsi.

EMOZIONE

Le persone che hanno bisogno di questo fiore sono molto tenaci, lavorano tantissimo e vengono spesso considerate dei veri e propri pilastri, in grado di portare a termine qualsiasi lavoro venga a loro affidato, senza demordere.

Sono dotate di grande forza di volontà, spiccato senso del dovere e speranza incrollabile.

In famiglia riescono a prendersi cura di tutti, lavorare e occuparsi della casa, mentre sul lavoro tendono facilmente ad accumulare straordinari, svolgendo qualsiasi lavoro con precisione.

La nostra società del lavoro e dell’efficienza, ci spinge verso questo senso del dover continuamente lavorare fino allo stremo, trasformando questo esasperato ed estremo “dover fare” in una virtù.

Per questo, a volte, è così difficile riconoscere in se stessi questo stato ma soprattutto comprendere che questo “non fermarsi fino allo stremo” sia deleterio per la propria salute psicofisica.

Per chi si trova in uno stato Oak è più difficile, rispetto agli altri, permettere a se stesso di riposare ed ammettere di essere stanco.

Una cosa che un Oak non farà mai è mostrare agli altri le sue debolezze, fisiche e/o caratteriali, anche in situazioni di vera crisi energetica o emergenza.

Sembrano (ed in effetti lo sono quando equilibrati) dei pilastri che sostengono tutti, nella famiglia e nel lavoro.

Se ammalati e quindi impossibilitati ad agire, desiderano guarire subito perché, lo stare a riposo, li rende molto frustrati, senza poter lavorare e sbrigare tutte le faccende che hanno da fare.

Per questo sono persone che spesso tornano al lavoro o ai propri impegni quotidiani prima di aver completato il periodo di convalescenza, aggravando spesso la situazione fisica con ricadute più violente.

Il rimedio non blocca queste persone, piuttosto le mette in equilibrio con i propri bisogni. Le persone imparano ad ascoltare la propria stanchezza, riposare quando serve, dedicare più tempo a se stessi ed alla propria salute.

In questo modo, la persona Oak, diventa un vero e proprio punto di riferimento per gli altri, mantiene la forte volontà senza appesantirsi, sa prendere le situazione in mano in momenti difficili senza scoraggiarsi o perdersi d’animo e lavora con serietà ed efficienza sapendo quando è ora di riposare.

Impara anche a chiedere aiuto e delegare agli altri senza per questo sentirsi sminuita o debole.

APPLICAZIONE LOCALE

La parola chiave di Oak per quanto riguarda l’applicazione locale è: Sovraccarico.

Per tutte quelle parti del corpo che sono in una situazione di sovraccarico, ad esempio un articolazione che ha lavorato troppo, un organo esausto per il troppo lavoro ecc…

Molto utile nella riabilitazione degli arti e per gli sportivi.